Dal 20 luglio al 5 agosto 2018 il Castello Doria di Vernazza (Cinque Terre) ha ospitato una mostra di fotografia e pittura dal titolo Percorsi d’impressioni, dedicata a Erminio Tansini.
L’esposizione è stata il debutto della serie itinerante di eventi intitolata «Chimere», che sta facendo tappa in varie località del Nord Italia.
La curatela della mostra è stata affidata al figlio dell’artista stesso, Davide: storico, per il padre ha curato anche i «Materia e Colore Open Days» (2010-2011, l’apertura al pubblico dello studio dell’artista), le monografie Tansini Erminio. Materia e colore (2008) e Erminio Tansini. Opere di materia e colore (2011), varie esposizioni personali in Liguria, Emilia-Romagna e Piemonte delle serie «Materia e colore» (2012-2015) e «Forme, materia, colore» (2018-2019), nonché la rassegna itinerante di scenarizzazioni «Forme sfuggenti» in Italia, Svizzera, Francia e Monaco (2018-2019).
Il percorso espositivo della mostra Percorsi d’impressioni era corredato da un apparato multilingua di didascalie e brevi testi critici in italiano, tedesco, inglese, spagnolo, francese e russo (i brani erano tratti da scritti di Tiziana Cordani, Dragana Kostić, Kevin McManus e Giorgio Segato).
Parte principale dell’esposizione Percorsi d’impressioni era impostata sulle fotografie che ritraggono le sculture di Erminio Tansini.
L’artista si dedica alla scultura dall’inizio degli Anni ’90 utilizzando prevalentemente il bronzo e il legno. La maggior parte dei materiali lignei che utilizza proviene dall’Appennino (soprattutto dalle Cinque Terre, dalla Val Trebbia e dalla Val Taro).
Mentre la produzione dei pezzi risale anche a un quarto di secolo fa, la prima esposizione delle opere lignee di Tansini è soltanto del 2017, avvenuta con la sua partecipazione alla 57a Biennale di Venezia.
Le fotografie della mostra vernazzese sono state scattate sui sets della serie itinerante «Forme sfuggenti», attiva dal gennaio 2018 in Italia, Svizzera, Francia e Monaco.
Svoltasi finora in 68 tappe (10 all’inizio di Percorsi d’impressioni), la rassegna ha toccato l’Alvernia-Rodano-Alpi, l’Emilia-Romagna, la Liguria, la Lombardia, il Piemonte, la Provenza-Alpi-Costa Azzurra, il Ticino, la Toscana, la Valle d’Aosta e il Veneto. In seguito, le immagini scattate su questi sets sono state proposte al pubblico anche durante le seguenti esposizioni: Percezioni inattese, tenutasi a Porto Venere (Golfo dei Poeti) nel settembre 2018; Concrete illusioni, svoltasi a Piacenza fra il maggio e il giugno 2019; Mutevoli apparenze, allestita a Monterosso al Mare (Cinque Terre) nel luglio successivo; Miraggi, tenutasi a Levanto (Riviera di Levante) nell’agosto seguente; Sensazioni visive, svoltasi a Lodi nel settembre del medesimo 2019; Immaginario reale, allestita a Pizzighettone fra il giugno e il settembre 2020.
Durante gli eventi di «Forme sfuggenti» le sculture tansiniane sono scenarizzate in luoghi caratteristici (castelli, siti archeologici, corsi e specchi d’acqua).
Speciali ambientazioni e riprese fotografiche forniscono inusuali percezioni delle opere: in particolare, spunti legati alla pareidolia (la capacità di riconoscere forme note in profili apparentemente casuali).
Linee sinuose, frastagliate o aggrovigliate; corpi lievi o al contrario massicci e imponenti; comunque, sempre impostati su tensioni e dinamismi ben avvertibili. Proprio quest’ultima caratteristica conduce l’osservatore dall’iniziale approccio pareidolitico a una percezione più emozionale, articolata e sempre cangiante.
Storie da vivere con gli occhi: per coloro che seguono l’arte contemporanea e per chi vuole scoprire qualche vicenda particolare e insolita, di quelle che soltanto l’arte sa creare.
A modo suo, Tansini racconta queste vicende con mezzi visivi (i dipinti e le sculture), facendole diventare sensazioni, impressioni ed emozioni.
Informale, luce, forma, materia e colore: sono le parole chiave per comprendere i dipinti esposti nella mostra Percorsi d’impressioni, che ha proposto alcune opere selezionate fra la produzione tansiniana dell’ultimo ventennio.
Dalla metà degli Anni ’90 Tansini ha improntato la propria ricerca artistica all’informalismo, giungendo a realizzazioni slegate dalla pura riconoscibilità delle forme e basate (per i dipinti) sull’espressività del rapporto materia-colore.
Luci e ombre degli impasti pittorici: corpi densi immersi in ampie campiture, oppure distese tormentate e magmi ribollenti, quasi paesaggi primordiali. In questi ritmi visivi la prima occhiata sembra riconoscere forme note; invece, l’osservazione più approfondita scopre sequenze e sovrapposizioni spesso inattese, che divengono tanto più significative quanto più l’osservatore si sente coinvolto.
Nei dipinti tansiniani (realizzati prevalentemente a olio su tela o su tavola) fondamentale è l’uso della componente luminosa: una luce che è energia e ritmo vitale, cercata, plasmata fin dalla sua sorgente per essere alla fine incastonata sulla superficie delle opere.
Luogo:
Vernazza (La Spezia, Liguria – Cinque Terre, Italia), Castello Doria (Salita al Castello)
Date:
dal 20 luglio al 5 agosto 2018
In collaborazione con:
Pubblica Assistenza di Vernazza
Telefono:
349 2203693
© «In arce»: tutti i diritti riservati – Pubblicato il 13 luglio 2018 – Aggiornato al 28 agosto 2021