Erminio Tansini, “Senza titolo”, 2006, olio su tavola, 60x50 cm (particolare rielaborato)

Ritmi visivi

L’evento

Dal al 31 agosto 2014 si è tenuta l’esposizione intitolata Materia e colore. Ritmi visivi, dedicata all’opera pittorica di Erminio Tansini.

La mostra è stata il 12º evento della serie «Materia e colore», che dal 2012 al 2015 ha toccato l’Italia settentrionale (Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia e Piemonte).

La manifestazione è stata ospitata entro le mura del cinquecentesco Castello sul Mare di Rapallo, affacciato sul Golfo del Tigullio.

I dipinti hanno avuto come corredo un apparato di didascalie (in francese, inglese, italiano, russo, spagnolo e tedesco) e brevi testi critici. Questi ultimi brani sono stati tratti da scritti pubblicati precedentemente a firma di Tiziana Cordani, Kevin McManus e Giorgio Segato.

L’esposizione ha proposto una raccolta di 62 dipinti a olio su tavola o su tela realizzati tra gli anni ’90 del Novecento e il secondo decennio del XXI secolo.

La mostra Ritmi visivi è stata curata da Davide ed è stata organizzata in collaborazione con il Comune di Rapallo.

L’autore

Erminio Tansini dipinge prevalentemente a olio, impiegando come supporto la tela o la tavola.

Il genere pittorico cui l’artista si dedica dalla metà dell’ultimo decennio del Novecento è l’informalismo.

Per quanto riguardo la scultura, l’autore produce i propri lavori utilizzando il legno o il bronzo.

Dagli ultimi anni del Novecento Erminio Tansini ha preso parte a esposizioni ed eventi d’arte in Austria, in Belgio, in Francia, in Germania, in Italia, nel Principato di Monaco e in Svizzera.

Il pittore e scultore è socio della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano dal 2007 e ha partecipato alla 57ª Biennale di Venezia nel 2017.

Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private della Francia dell’Italia e della Svizzera.

Testi che trattano l’arte di Erminio Tansini sono conservati in biblioteche civiche, specialistiche e universitarie del Belgio, della Croazia, della Finlandia, della Francia, della Germania, dell’Italia, della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, della Russia, della Serbia, della Slovenia, degli Stati Uniti d’America, della Svezia, della Svizzera e dell’Ungheria.

I dipinti

L’esposizione Ritmi visivi ha presentato una selezione di quadri tansiniani per la cui interpretazione si può ricorrere ai termini colore, informale, luce e materia.

Dalla metà degli Anni ’90 Erminio Tansini ha cominciato a eseguire dipinti slegati dalla riconoscibilità delle forme e impostati, invece, sull’espressività della relazione materia-colore.

Vi compaiono le luci e le ombre degli impasti pittorici: corpi densi immersi in ampie campiture, oppure distese tormentate e magmi ribollenti, simili a paesaggi primordiali.

A prima vista, in queste opere sembrano riconoscibili profili noti ma osservando più a fondo si individuano sequenze, sovrapposizioni e ritmi spesso inattesi, che divengono tanto più significativi quanto più l’osservatore si sente coinvolto.

Nei lavori tansiniani è fondamentale l’uso della componente luminosa: energia vitale e armonia, cercata, plasmata fin dalla sua sorgente per essere alla fine incastonata sulla superficie dei dipinti.

Vari quadri esposti in occasione della mostra Ritmi visivi hanno partecipato anche ad altre personali di Erminio Tansini: Estensioni materiche (maggio-giugno 2009), Dinamismi spaziali (aprile 2012), Sintesi pittoriche (luglio 2012), Ispirazioni liguri (agosto 2012), Armonie cromatiche (febbraio-marzo 2013), Tracce pittoriche (marzo 2013), Percorsi informali (maggio-giugno 2013), Visioni informali (luglio 2013), Sensibilità cromatiche (luglio-agosto 2013), Forme informi (agosto-settembre 2013), Energie creative (luglio 2014), Visioni (maggio-giugno 2018) e Memorie (ottobre 2020-gennaio 2021).

Inoltre, sei oli su tavola fra quelli ospitati nel Castello sul Mare di Rapallo durante l’agosto 2014 sono stati selezionati per alcune tappe della rassegna itinerante di set fotografici «Ri-quadri», effettuate tra Campania, Emilia-Romagna, Goriziano, Liguria, Lombardia, Piemonte, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, Tirolo, Toscana e Veneto tra il gennaio 2023 e il febbraio 2024: per esempio a Crema, Brescia, Mantova, Peschiera del Garda, Bobbio, Verona, Milano, Parma, Bergamo, Novara, Genova, Alessandria, Sestri Levante, Riomaggiore, Portofino, Levanto, Monterosso al Mare, Porto Venere, La Spezia, Tenda, Canossa, Sölden, Castell’Arquato, Pontremoli, Capri, Anacapri, Napoli, Asti, Nova Gorica, Venezia, Briançon, Pavia, Reggio nell’Emilia, Sirmione e Bologna.

Il castello

Nel 1549 l’ammiraglio e corsaro ottomano Turgut Reis (detto anche Dragut) attaccò e saccheggiò i centri di Rapallo e dell’odierna Santa Margherita Ligure.

Per organizzare la difesa del borgo e contrastare ulteriori incursioni la Repubblica di Genova inviò sul posto quattro capitani: Giovanni dal Borgo, Alessandro da Castelnuovo, Geronimo Piacentino e Gregorio Roisecco.

Quest’ultimo suggerì la costruzione di un fortilizio presso l’abitato rapallese, che proteggesse il territorio: come elemento dissuasore, come postazione armata atta a interdire e a contenere gli sbarchi e come rifugio per una parte della popolazione, in caso di necessità.

Infatti, i più vicini presidi militari dello stato genovese (quelli di Portofino e di Chiavari) non erano sufficienti a garantire la sicurezza della zona settentrionale del Tigullio contro pirati e corsari.

L’avvio del cantiere fu preceduto da discussioni e contestazioni circa l’ubicazione dell’edificio e la ripartizione degli esborsi per la sua edificazione.

Gli abitanti dell’entroterra rapallese (meno interessati all’erigenda fortificazione perché più lontani dal mare) non volevano concorrere alle spese, così come il governo di Genova, che cercava di delegare quanto più possibile alle popolazioni locali la difesa contro le azioni piratesche.

Il consiglio della comunità fu costretto a imporre una tassa ai residenti e a chiedere il permesso all’amministrazione repubblicana di contrarre un prestito, per coprire i costi del cantiere.

La costruzione del Castello di Rapallo iniziò nel 1550 e fu portata a termine l’anno successivo, contemporaneamente a quella del Castello di Santa Margherita Ligure.

Probabilmente impostata su due livelli, la struttura originaria fu sviluppata a partire da un progetto di Antonio Carabo, cui furono apportate modifiche sia in corso d’opera sia negli anni successivi: soprattutto, per migliorare la resistenza del sito contro le mareggiate.

Il fortilizio è infatti affacciato sul golfo, all’estuario del torrente San Francesco: quasi completamente circondato dal mare, è tuttora raggiungibile dalla terraferma grazie a un pontile.

Il Castello sul Mare di Rapallo fu inaugurato il 10 maggio 1551 alla presenza del podestà Benedetto Fieschi.

Nel medesimo anno l’ufficiale richiese alla Repubblica di Genova le artiglierie necessarie per munire il presidio. Il denaro per l’acquisto fu garantito dai nobili liguri Giovanni Andrea Giudice e Ambrogio Garibaldo.

La storia del Castello di Rapallo non fu contrassegnata da scontri militari, pur rappresentando un elemento ben visibile per la sicurezza e la difesa del borgo: la presenza della fortificazione concorse a evitare altre incursioni navali, che invece colpirono Lavagna (1554), Recco (1557) e Sori (1584).

Durante il primo decennio del XVII secolo la Repubblica di Genova attuò una risistemazione amministrativa dei propri territori. Nel 1608 Rapallo fu sottratta alla giurisdizione del capitano di Chiavari e preposta a un proprio capitaneato (in cui rientravano anche gli attuali comuni di Portofino, Santa Margherita Ligure e Zoagli).

Fino al 1645 l’ufficio capitaneale fu ospitato nel Castello sul Mare, che fra la seconda metà del Cinquecento e la prima parte del Seicento fu soggetto a importanti trasformazioni: i livelli interni furono portati a tre per mezzo di un sopralzo e fu costruita una torre a pianta quadrangolare.

Dall’inizio del XVII secolo la parte inferiore dell’edificio fu adibita a carcere: funzione che mantenne fino al sesto decennio del XX secolo.

Altre modifiche alle strutture murarie furono apportate negli Anni ’60 dell’Ottocento, quando l’antico fortilizio, ormai dismesso l’originario ruolo difensivo, divenne sede del locale presidio della Guardia di Finanza (1865).

Dichiarato monumento nazionale, il castello fu riscattato dal Comune di Rapallo nel 1958 e sottoposto a un restauro nel 1963, cui seguirono altri interventi svolti fra il 1997 e il 1999 e ancora nel 2005.

Info

Luogo:
Rapallo (Genova, Liguria – Golfo del Tigullio, Italia), Castello sul Mare (Lungomare Vittorio Veneto)

Date:
dal al 31 agosto 2014

In collaborazione con il
Comune di Rapallo

Telefono:
3 4 9  2 2 0 3 6 9 3 (Davide Tansini)

© «In arce»: tutti i diritti riservati – Pubblicato il 16 maggio 2023 – Aggiornato al 20 agosto 2024

Erminio Tansini, “Senza titolo”, 2006, olio su tavola, 60x50 cm (particolare rielaborato)