Erminio Tansini, “Senza titolo”, 2010, olio su tela, 80x100 cm (particolare rielaborato)

Forme sfuggenti

La serie

La serie itinerante «Forme sfuggenti» è un progetto artistico dedicato alle sculture di Erminio Tansini.

La rassegna allestisce set fotografici che scenarizzano le opere tansiniane in luoghi abitualmente non impiegati per eventi espositivi e culturali (in Austria, in Francia, in Italia, nel Principato di Monaco e in Svizzera).

Grazie alle loro caratteristiche architettoniche e paesistiche, queste location riescono a esaltare e trasfigurare le sculture stesse.

La macchina fotografica ha il compito di fissare nelle immagini l’interazione visiva tra opere d’arte, architetture e paesaggi, che resta perciò fruibile anche dopo il disallestimento dei set.

La rassegna è diretta da Davide, figlio dell’artista stesso.

L’autore

Dall’ultimo decennio del XX secolo Erminio Tansini ha preso parte con le proprie opere a mostre ed eventi d’arte in Austria, in Belgio, in Francia, in Germania, in Italia, nel Principato di Monaco, in Slovenia e in Svizzera. Dal 2007, come pittore e scultore, è socio della Società per le Belle Arti ed Esposizione Permanente di Milano. Nel 2017 l’artista ha partecipato alla Biennale di Venezia.

Nel campo della scultura, il genere cui Tansini si dedica dalla metà degli Anni Novanta è l’informalismo.

L’autore crea le proprie opere utilizzando il bronzo o il legno (quest’ultimo, talvolta, con inserti in pietra).

A differenza dei dipinti e delle fusioni in bronzo che realizza, per molti anni Erminio Tansini ha considerato la produzione di sculture lignee come un fatto intimo e ha evitato di esporle in mostre e altri eventi culturali.

In seguito, proprio con una composizione di quattro opere lignee, l’autore è stato invitato e ha esposto alla 57ª Biennale di Venezia.

Libri riguardanti il lavoro artistico di Erminio Tansini sono conservati presso biblioteche pubbliche, specialistiche o universitarie del Belgio, della Cechia/Repubblica Ceca, della Croazia, della Finlandia, della Francia, della Germania, dell’Irlanda, dell’Italia, della Polonia, della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina, della Russia, della Serbia, della Slovenia. degli Stati Uniti d’America, della Slovenia, della Svezia, della Svizzera e dell’Ungheria.

Le sculture

Erminio Tansini si dedica alla scultura in legno dall’inizio degli Anni Novanta del XX secolo.

La maggior parte dei materiali lignei che l’artista utilizza proviene dall’Appennino settentrionale (soprattutto Riviera di Levante, Val Trebbia e Val Taro; in misura minore Val Nure, Lunigiana e Val Tidone).

Il legno non è prelevato da segherie o depositi, bensì è quello ricuperato sulle spiagge marine e sui greti dei torrenti. Proprio con l’individuazione e il ricupero di questi pezzi inizia la creazione delle sculture.

I materiali appena raccolti si presentano solitamente scavati, corrosi, levigati o sbiancati dagli agenti naturali.

Anche per rispettare ed esaltare quest’inimitabile naturalità del legno Erminio Tansini crea le proprie sculture limitando al minimo la lavorazione meccanica dei pezzi.

Ogni opera è realizzata generalmente accostando due o più elementi lignei.

Le sculture tansiniane presentano linee sinuose, frastagliate o aggrovigliate; corpi lievi o al contrario massicci e imponenti; comunque, sempre impostati su tensioni e dinamismi ben percepibili.

Lo sviluppo apparentemente grezzo e casuale di sagome e masse così ottenute offre numerosi spunti legati alla pareidolia (la capacità di riconoscere forme note in profili apparentemente casuali).

La riconoscibilità di queste sagome è cangiante e si relaziona con il punto di vista e la sensibilità del singolo osservatore.

Le ambientazioni

Durante gli eventi di «Forme sfuggenti» le sculture tansiniane sono scenarizzate in luoghi quali castelli, scogliere, siti archeologici, corsi e specchi d’acqua, radure boschive e paesaggi rupestri.

La ricerca e la scelta delle location è effettuata sulla base di numerosi elementi: luce, vegetazione, acqua, terreno, altitudine, panorama.

Ogni evento della serie è concepito in base agli elementi architettonici e paesistici del luogo ove è allestito.

Lo scenario entra a far parte delle immagini scattate non come semplice fondale, ma come insostituibile elemento caratterizzante: interagisce visivamente con i soggetti scultorei fino alla reciproca trasfigurazione, creando scene surreali, oniriche e fantastiche.

L’allestimento materiale dei set è ridotto al minimo indispensabile: per facilitarne l’adattabilità alle situazioni e ridurne l’impatto sull’ambiente circostante.

Recupero e rigenerazione

Il tema del recupero e della rigenerazione è uno degli aspetti peculiari che caratterizzano sia le sculture di Erminio Tansini sia la serie itinerante «Forme sfuggenti».

A cominciare dal legno utilizzato per creare le opere. L’autore non ricava la materia prima dall’abbattimento di alberi vivi o di fusti in piedi: invece, la seleziona fra radici, tronchi, rami e ceppi rinvenuti al suolo.

Pezzi apparentemente inutili e irrecuperabili: fluitati naturalmente dai corsi d’acqua, spiaggiati dalle correnti marine o franati dai costoni montani, spesso accatastati in luoghi difficilmente accessibili.

È un recupero dei materiali, ma anche degli ambienti. Spiagge, greti dei torrenti e pendii montani sono riacquisiti allo spazio artistico perché divengono i primi luoghi della creazione: proprio qui, grazie a un meticoloso lavoro di ricerca, l’artista individua gli elementi che ritiene più significativi.

In seguito, Erminio Tansini rigenera i pezzi lignei nei propri laboratori: li lavora per rallentarne il deperimento e li assembla, donando loro una sorta di nuova esistenza artistica.

Nuova esistenza che comprende anche la rigenerazione della loro percezione visiva: unendo i vari elementi, l’autore studia accuratamente il susseguirsi di linee, masse, contorni e chiaroscuri per creare scene inafferrabili nella loro mutevolezza.

Proprio come i luoghi da cui provengono i legni, anche le location della serie «Forme sfuggenti» sono spesso collocate fuori da contesti urbani o, comunque, sono difficilmente accessibili: di conseguenza, poco adatte o utilizzate per manifestazioni tradizionali. Gli shooting fotografici della rassegna le riacquisiscono allo spazio artistico.

La rigenerazione interessa anche la percezione dello spazio. Le fotografie scattate durante ciascun allestimento propongono un punto di vista differente sugli elementi architettonici e paesistici che compongono l’ambiente circostante: nelle immagini ogni cosa è reinterpretata dimensionalmente e prospetticamente fino alla trasfigurazione.

I luoghi

Fino al dicembre 2024 la rassegna «Forme sfuggenti» ha compiuto 107 tappe in altrettante località dell’Austria, della Francia, dell’Italia, del Principato di Monaco e della Svizzera.

Fra i luoghi dove sono stati allestiti i set fotografici figurano il Parco Ciani di Lugano, il Castello Sforzesco di Milano, la Fiera di Bologna, il Ponte Gobbo di Bobbio (Piacenza), la Spiaggia Le Dune a Forte dei Marmi (Lucca), il Castello di Brescia, quelli di Rovigo e di Tabiano Terme (Salsomaggiore Terme, Parma), Punta Mesco fra Monterosso al Mare e Levanto (La Spezia), il fort des Trois Têtes/Forte delle Tre Teste e il fort Dauphin/Forte Delfino a Briançon (Alte Alpi), il Ponte sul Po a Cremona, la Maison Penchée di Modane (Savoia), il Castello di San Vigilio a Bergamo, la Spiaggia di Carnolès a Roccabruna sul Capo Martino (Alpi Marittime), il Castello Visconteo Sforzesco di Novara, il col Agnel/Colle dell’Agnello nel Queyras, il Forte di Exilles (Torino), il Lago Inferiore e il Palazzo Ducale di Mantova, la Fortezza di Sarzanello a Sarzana (La Spezia), il Passo San Marco nelle Alpi Orobie, il Castello di Desenzano del Garda (Brescia), il Penser Joch/Passo di Pennes nelle Alpi Retiche, il Castello Doria di Porto Venere (La Spezia), il Ponte Coperto di Pavia, il fort de Variselle/Forte Varisello presso il col du Mont-Cenis/Colle del Moncenisio a Val-Cenis (Savoia), il Monte Brugiana fra Massa e Carrara, il Castello di San Giorgio alla Spezia, il Timmelsjoch/Passo del Rombo a Sölden fra l’Ötztal e la Passeiertal/Val Passiria, la Barrière de l’Esseillon/Barriera dell’Esseillon nella Maurienne/Moriana fra Aussois e Avrieux (Savoia), la Spiaggia di Riomaggiore (La Spezia), il Forte di Bard (Aosta/Aoste), il Ponte di Lodi, la Cittadella di Alessandria, il Palazzo dei Principi Grimaldi di Monaco, la Rocca di Manerba del Garda (Brescia), il Parco dell’Acqua a Reggio nell’Emilia, il Castello di Lerici (La Spezia), la Sacra di San Michele Arcangelo nella Val Susa, il Forte di Saint-Ours-Bas [Ouvrage de Saint-Ours-Bas] a Val-d’Oronaye (Alpi dell’Alta Provenza), il Ponte delle Barche a Bereguardo (Pavia), il Castello di Torrechiara (Langhirano, Parma), quello di Suzey [Château de Suzey] (Pont-Saint-Martin, Aosta/Aoste), la Fortezza di Villafranca a Moneglia (Genova), il Piz da las Trais Linguas/Dreisprachenspitze e il Passo dello Stelvio/Stilfser Joch fra la Val Müstair/Münstertal, la Valtellina e la Vinschgau/Val Venosta, il Castello Visconteo Sforzesco di Vigevano (Pavia), la Rocca Borromea di Arona (Novara), il Castello di Matilde di Canossa (Reggio Emilia), il Mont’Orfano nella Franciacorta, il fort de la Lombarde/Forte della Lombarda presso il col de la Lombarde/Colle della Lombarda a Isola (Alpi Marittime), la Grotta del Diavolo a Vernazza (La Spezia), la Rocca Sforzesca di Soncino (Cremona), il Monte Prinzera nella Val di Taro, il fort Central/Forte Centrale presso il col de Tende/Colle di Tenda nelle Alpi Liguri, quello di Saint-Gobain [fort de Saint-Gobain] a Villarodin-Bourget (Savoia), la Baia delle Favole a Sestri Levante, la Croce di Cellaa Noceto (Parma), il Castello di Padenghe sul Garda (Brescia), la Cascina Grande e la Torre Telecom Italia a Rozzano (Milano), il Forte Bramafam a Bardonecchia (Torino), Castelfeder nella Val d’Adige/Etschtal, il Bunker di Bonassola (La Spezia), il Passo del Maniva nella Val Caffaro, il Fort Saint-Gobain a Villarodin-Bourget (Savoia), il Ponte Strallato di Piacenza e il Castello Brown di Portofino (Genova).

Le esposizioni

Le fotografie scattate durante le sessioni di «Forme sfuggenti» sono state esposte in alcune mostre svoltesi a partire dal Luglio 2018 per le serie «Chimere» e «Forme, materia, colore», entrambe specificamente dedicate all’opera artistica di Erminio Tansini.

Nata per presentare al pubblico le immagini di «Forme sfuggenti», la rassegna «Chimere» si è finora svolta in sette appuntamenti: Percorsi d’impressioni (luglio-agosto 2018), Percezioni inattese (settembre 2018), Concrete illusioni (maggio-giugno 2019), Mutevoli apparenze (luglio 2019), Sensazioni visive (settembre 2019), Immaginario reale (giugno-settembre 2020), Luoghi insoliti (agosto-settembre 2021) e Intuizioni impreviste (ottobre 2022).

«Forme, materia, colore» intende proporre l’intera varietà della produzione artistica tansiniana. In questa serie le fotografie di «Forme sfuggenti» hanno trovato spazio nelle mostre Miraggi (agosto 2019), Memorie (ottobre 2020-gennaio 2021), Itinerari (settembre-dicembre 2021) e Intrecci (giugno 2022).

Info

Telefono:
(+39) 3 4 9 2 2 0 3 6 9 3

Note:
la serie itinerante «Forme sfuggenti» si svolge nei seguenti cantoni/regioni: Alvernia-Rodano-Alpi [Auvergne-Rhône-Alpes], Emilia-Romagna, Grigioni/Graubünden/Grischun, Liguria, Lombardia, Piemonte, Provenza-Alpi-Costa-Azzurra [Provence-Alpes-Côte d’Azur], Ticino, Tirolo [Tirol], Toscana, Trentino-Alto Adige/Südtirol/Trentin-Südtirol, Valle d’Aosta/Vallée d’Aoste e Veneto. Inoltre, nel Comune di Monaco [Commune de Monaco]. I dipartimenti/distretti/province interessati sono: Alessandria, Alpi dell’Alta Provenza [Alpes-de-Haute-Provence], Alpi Marittime [Alpes-Maritimes], Alte Alpi [Hautes-Alpes], Aosta/Aoste, Bassa Engadina/Val Monastero [Engiadina Bassa/Val Müstair/Unterengadin-Münstertal], Bergamo, Bologna, Bolzano – Alto Adige/Bozen – Südtirol/Balsan/Bulsan – Südtirol, Brescia, Cremona, Genova, Imst, La Spezia, Lodi, Lucca, Mantova, Massa-Carrara, Milano, Novara, Parma, Pavia, Piacenza, Reggio Emilia, Rovigo, Savoia [Savoie], Sondrio e Torino.

Per approfondire:

© «In arce»: tutti i diritti riservati – Pubblicato il 28 luglio 2019 – Aggiornato al 10 dicembre 2024

Erminio Tansini, “Senza titolo”, 2010, olio su tela, 80x100 cm (particolare rielaborato)